Ecco per chi fosse interessato un breve report del mio viaggio negli States con la mia famiglia al completo! I primi cinque giorni a New York sono stati molto intensi, abbiamo voluto visitare proprio tutto, ed stato un tour de force.... NY mi ha colpito positivamente pur essendo una grande città, (io di solito non le amo): molte cose mi ricordavano Friends e Sex In The City e How I Met Your Mother, insomma tutti i miei telefilm preferiti di un decennio concentrati in 5 giorni!
Ho avuto l'opportunità di rivedere dopo un anno il mio caro amico Jamie, conosciuto in India, che mi ha fatto fare un giro in bicicletta di notte: proprio sulla sua bicicletta, io stavo seduta sul sellino e lui pedalava... molto divertente e intenso... stupendo il panorama notturno dello Skyline visto da Brooklin... strano, a me di solito non piacciono i panorami molto antropizzati ma questo qui è davvero affascinante...
La cosa più carina che abbiamo visto con mio fratello forse è stato il nuovo parco High Line; si tratta di un parco costruito su una ex linea ferroviaria sopraelevata che taglia tutta lower Manhattan: stavano per smantellarla, ma un gruppo di newyorkesi si è opposto e così sono riusciti a far progettare e realizzare questo stupendo parco urbano, con vegetazione simile a quella che cresce spontanea sulle ferrovie. Piacevole la sensazione di camminare in mezzo al verde tra i grattacieli, non circondati dallo smog delle auto...
A Central Park ho incontrato il cast del Musical HAIR che stava svolgendo una sessione fotografica, e li ho fotografati anche io... adoro i loro vestiti e capelli!
Ovviamente quando i miei hanno pensato di andare a vedere un musical a Broadway io ho suggerito questo.... spettacolare... atmosfera sixties pacifista... voci veramente notevoli e belle coreografie... la trama è quella della nascita del movimento dei figli dei fiori nel contesto degli Stati Uniti impegnati nella guerra del Vietnam... i cantanti coinvolgevano il pubblico e poi è stato divertente vederlo con i miei, uno show cosi anticonformista, dove a un certo punto si ritrovano tutti nudi sul palco!
Abbiamo visitato, anche se velocemente, tutti i musei piu' importanti: Ellis Island come suggerito da Sara è davvero una esperienza istruttiva sull'emigrazione, impressionante come negli anni venti loro la gestivano meglio di noi nel 2011 nella nostra Lampedusa, nonostante i milioni di arrivi ... purtroppo però la selezione era davvero fatta per le spiccie: bastava una congiuntivite per essere etichettati come malati contagiosi e rimandati a casa senza troppi complimenti...
Nel Metropolitan ho visto per la prima volta dei dipinti di Georgia O'Keeffee, l'autrice di uno dei quadri che ho copiato, quello dei papaveri... davvero emozionante... grandissima pittrice che fece scandalo negli anni '30 con le sue gigantografie di fiori dipinti molto da vicino che ricordavano parti anatomiche... da rivalutare...
E poi i miei colleghi di arte contemporanea potranno immaginare i miei gridolini euforici appena ho visto i miei primi Frida Kahlo, fra cui c'era uno fra i miei preferiti:
l'autoritratto con i capelli tagliati, che mi ha quasi causato una sindrome di Stendhal.... o forse era solo emozione e nostalgia di passioni perdute... lei indossa il vestito del marito Diego Rivera che aveva appena deciso di lasciare perché aveva troppe altre relazioni... si taglia i capelli
come simbolo di perdita e di lutto... è piccolo e molto intimo... sono entrata molto dentro l'atmosfera del quadro, ed è stato quasi terapeutico.
Sia al Met che al MoMA ho visto due nudi di Modigliani, simili a quello che ho copiato, che mi hanno fatto tantissimo effetto...
ho la conferma che lui era un dio del disegno e del colore. Anche questo mi ha dato molta nostalgia del tempo in cui tentavo di emularlo, e della dedizione con la quale dipingevo per ore per finirlo prima di una certa data di tre anni fa...
Infine siamo stati anche a vedere il palazzo dell'ONU al cui interno abbiamo avuto la fortuna di trovare la mostra del World Press Photo Awards, che premia
Pare che a New York ci sia una vera passione per l'organic food ultimamente: peccato che essa contribuisca a rimarcare ancora di più il "food divide" fra l'americano benestante e l'americano medio, in quanto i supermecati "Whole Food" sono davvero carissimi, mentre gli odiati McDonald's e simili offrono i loro cibi (responsabili di assassinii di animali e di uomini) a prezzi imbattibili e in "size" sempre più "over".
Altro neo: la metropolitana, complicatissima e per niente intuitiva, spesso i treni cambiavano linea in corsa, annunciandolo solamente un momento prima, e c'è voluto un po' perché capissimo perché i passeggeri uscivano dalla vettura imprecando a gran voce! Inoltre non ho apprezzato le luci delle insegne pubblicitarie di Time Square, che mi sono sembrate veramente eccessive e uno spreco inutile di energia, mentre l'Empire State Building si vanta di essere l'edificio a maggiore efficienza energetica degli Stati Uniti.
In definitiva, non credo che vivrei volentieri a New York, e non capisco la sfrenata passione dichiarata da Woody Allen in un film come Manhattan, ma da visitare è davvero una città accattivante.